Storia del presepe napoletano
- 08 Nov 2022
- Presepi
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La storia del presepe napoletano è lunga ed articolata, del resto che sia spartano oppure opulento e ricco di dettagli, il presepe conosce mille forme, mille stili, mille colori.
Si tratta di un’arte capace di rappresentare in mille modi diversi la Natività e la Sacra Famiglia, ma anche tutto un variegato mondo fatto di pastori, artigiani, piccoli commercianti, animali da cortile e tutto ciò che la fantasia e l’arte presepiale napoletana consente.
Un incontro tra sacro e profano che ha sempre riscosso un enorme successo, sia che si tratti delle maestose rappresentazioni di Chiese, Regge e Musei che di quelle più intime e personali che si ritrovano nelle case degli appassionati.
La prima e antichissima annotazione riguardo l’esistenza di un presepe a Napoli risale addirittura al 1021, in un atto notarile che cita la chiesa di Santa Maria “ad praesepe“.
Dobbiamo aspettare il 1324 per una seconda menzione, in un testo che parla di una “cappella del presepe” ad Amalfi. Poco dopo, nel 1340, la regina Sancia d’Aragona, moglie del re di Napoli Roberto D’Angiò, regalò un presepe alle suore clarisse.
Per parlare di scultori professionisti in ambito presepiale dobbiamo aspettare il XV secolo, mentre nel 1534 giunse a Napoli san Gaetano da Thiene, che portò il presepe alla massima popolarità, tanto da essere ricordato come l’inventore del presepe domestico. Fino a quel momento, infatti, i pastori e le statuine dei presepi venivano realizzati a grandezza naturale, poi ridotta a circa 70 cm.
Anche grazie alle dimensioni ridotte, i pastori e le statuine dei presepi si diffusero più facilmente lungo tutto l’arco del ‘600, anche se soprattutto tra i ceti più ricchi della società. In perfetto stile Barocco, alla Natività vennero affiancate rappresentazioni di taverne, negozi di frutta e verdura con cesti ricolmi di perfette miniature, pescivendoli, in una gara tra nobili fatta di sfarzo e dettagli particolareggiati.
Il presepe napoletano classico è però una rappresentazione della Natività ambientata nella Napoli popolare del ‘700. Grande mecenate e appassionato, che contribuì in maniera fondamentale a diffondere l’arte presepiale fu re Carlo III di Borbone.
La realizzazione del presepe, infatti, era a corte un momento di grande eccitazione e veniva affidata a scenografi ed architetti di professione, raggiungendo livelli di precisione e ricchezza di dettagli mai visti in precedenza.
Grazie a tecniche sempre più moderne e precise, le botteghe artigiane realizzavano pastori di dimensioni ridotte, quelle che conosciamo ancora oggi, mescolando abilmente testa in terracotta, corpi in stoppa, occhi in vetro e arti in legno.
Ben presto nella storia del presepe napoletano alle figure classiche si affiancarono personaggi sempre più umili, a simboleggiare la natività e la vita di Gesù, nato e vissuto appunto insieme agli ultimi e ai poveri. Il presepe napoletano si riempì di una vastissima gamma di statuine e rappresentazioni: pastori, pescatori, cucitrici, lavandaie
In questo modo, il presepe napoletano settecentesco divenne il meraviglioso squarcio di vita partenopea conosciuto e amato ancora oggi, uscendo dalle case dei nobili e diffondendosi anche tra i ceti medi della popolazione.
Si diffuse la moda e la tradizione del presepe casalingo, da montare e smontare ad ogni Natale, naturalmente meno sfarzoso e meno ricco di dettagli e scenari di quello ospitato nei Palazzi Reali, nelle Chiese e nei Musei.
L’arte presepiale divenne un vero e proprio mestiere, e a questo periodo risalgono i nomi sacri di mastri artigiani quali Giuseppe Sammartino, Saverio Vassallo e Michele Perrone.
Una volta toccato l’apice nel ‘700, durante i due secoli successivi la diffusione del presepe si arrestò, ma non scomparve mai del tutto, lasciando una ricchissima tradizione artigiana sopravvissuta ed evolutasi grazie a nuove tecniche e materiali fino ai nostri giorni. Parte integrante del patrimonio artistico e culturale della città di Napoli, il presepe gode di ottima salute ancora oggi, con migliaia di cittadini e di turisti che si recano presso San Gregorio Armeno per ammirare la maestria artigiana delle botteghe, dove vengono prodotte ogni anno vere e proprie opere d’arte e si fa a gara per scegliere le migliori statuine per il presepe.
Il presepe viene fedelmente riprodotto, o reinterpretato con personale originalità, anche nelle case di milioni di italiani, ogni Natale. La storia del presepe napoletano ci narra allora di una tradizione antichissima, ereditata dalle generazioni che ci hanno preceduto, che Chianese Store è lieto di poter tramandare anche alle generazioni future, affinché possano conoscere e vivere la magica atmosfera del Natale attraverso la rappresentazione dell’autentico presepe napoletano.
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